Paraschizzi in mosaico
Mosaico paraschizzi: luce, materia e memoria tra i gesti della cucina
Ci sono superfici che riflettono semplicemente la luce, e poi ce ne sono altre che la custodiscono. Che la trattengono tra le trame dei materiali, tra le sfumature delle tessere, tra i piccoli rilievi che si riscaldano al vapore di un caffè appena fatto. In cucina, il mosaico applicato come paraschizzi diventa una superficie viva. Una pelle sensibile che respira con lo spazio.
Ogni tessera è un dettaglio, un frammento di luce, una memoria geometrica che accompagna i gesti quotidiani: lavare, tagliare, impastare, osservare. Il mosaico si inserisce in questo ritmo silenzioso e lo sublima. Non è solo protezione murale: è atmosfera. È decorazione intima. È parte di un rituale.
Tra il piano di lavoro e i pensili superiori, il pannello paraschizzi diventa una superficie narrativa. Le tessere in vetro opalino riflettono i bagliori del giorno. La pietra naturale, vellutata al tatto, assorbe le ombre e restituisce calma. La madreperla vibra, impercettibile, trasformando lo spazio in qualcosa di personale, caldo, unico.